Il significato etimologico della parola “educare” deriva dal latino e-ducere che significa letteralmente “condurre fuori”, “trarre”, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. L’educazione riguarda la genitorialità, la scuola, lo sport ed ogni altro contesto in cui l’adulto svolga una funzione volta all’apprendimento del bambino.
Tutti gli individui in via di sviluppo necessitano di “guide” e di modalità educative adeguate. Essere dovrebbero sempre tener conto della loro personalità, delle loro predisposizioni e delle loro difficoltà. Questi sono aspetti fondamentali per l’apprendimento di qualsiasi bambino, ed in modo particolare di coloro che hanno Bisogni Educativi Speciali (BES).
Purtroppo il sistema scolastico spesso non si dimostra in grado di saper accogliere e “gestire” questi bisogni. Molti insegnanti non risultano preparati in merito alle difficoltà specifiche di apprendimento di ogni bambino e non dedicano tempo ad una loro migliore integrazione nel gruppo classe. Sempre più frequentemente, i bambini con Bisogni Educativi Speciali, solitamente discriminati dai pari e ritenuti “ingestibili” dagli adulti, si ritrovano a partecipare alle attività in aula, in un clima di esclusione e isolamento. Spesso l’unico supporto che ricevono è quello dell’insegnante di sostegno, la quale il più delle volte, non ha però ricevuto una formazione specifica inerente alla problematica di cui si occupa.
Succede quindi, che nella maggior parte dei casi, siano i bambini a doversi adattare al metodo educativo e non viceversa. In questo modo va a perdersi completamente il significato della parola “educazione”, il quale suggerisce invece un’attenzione all’attitudine, alla predisposizione e al talento individuali. L’educatore quindi nel suo lavoro non può non tener conto della personalità unica del suo allievo. Deve considerarne potenzialità e risorse, impegnandosi ad adottare strategie e modalità educative flessibili, che permettano un apprendimento corretto, nonostante eventuali deficit e difficoltà del bambino.
Educare nel rispetto dei bisogni:
Un insegnamento che rispetti i bisogni educativi del singolo, motiva all’apprendimento, protegge l’autostima, contiene le difficoltà. Promuove inoltre lo sviluppo di competenze e favorisce l’espressione delle potenzialità. L’adulto che educa non rimanda al bambino soltanto giudizi negativi, etichettamenti, errori nelle prestazioni. Anzi, valorizza i suoi punti di forza, si impegna a trasmettergli abilità per il superamento degli ostacoli che incontra, crea strade a lui percorribili in modo che possa sempre raggiungere i propri traguardi.